venerdì 25 maggio 2007

"Recentemente si è molto parlato di X, lei che ne pensa?"

La frase del titolo (assieme alle sue varianti) è quella che associo maggiormente alle interviste in Italia, sopratutto in televisione ma anche a mezzo stampa.

La trovo patetica, inanzi tutto in quanto pare presupporre che il lettore sappia di cosa si sta parlando. Questo è un peccato mortale dal punto di vista giornalistico: si dovrebbe sempre supporre che il lettore non sappia nulla: d'altra parte se fosse informato non perderebbe tempo a leggere un articolo.

Infatti nei paesi anglofoni, i giornalisti si curano sempre che ogni termine un minimo inusuale sia spiegato la prima volta che compare, anche se è una pubblicazione come l'Economist con un lettorato mediamente bene informato.

Ma tutto questo in Italia non vale. Anzi sembrerebbe che spiegare un termine inusuale sia considerato un segno di debolezza, visto che i giornalisti evitano di farlo il più possibile. Forse temono che poi i lettori si abituino a comprendere le cose, e poi tutti quelli che scrivono sarebbero costretti a ad essere effettivamente a conoscenza dell'argomento di cui si stanno occupando.

Per esempio tantissimi articoli di finanza (sopratutto quelli che si occupano della variante "cretiva") usano il termine "scatole cinesi". Pare che con questi contenitori orientali si possa controllare qualsiasi cosa, ma chi sa veramente cosa vuol dire il termine? Certamente il lettore di quotidiano medio, no.

Eppure i giornalisti si guardano bene dallo spiegare come funzionino: l'importante è che esistano, che qualcuno sia a favore, e che qualcun altro sia contro.

E' già, perche questo credo sia il problema di fondo. Che a nessuno in Italia sembra interessare come funzionino esattamente le cose.
Quello che conta è come le dichiarazioni modifichino i rapporti di potere, come si ridisegnano i fronti politici intorno a questo o quell'avvenimento.

Non c'è bisogno di spiegare al lettore nulla della sostanza, basta l'etichetta della querelle e una faccia con un opinione, a favore o contro.

E così il rito vuoto dell'informazione italiana continua ad essere ufficiato, l'ostia informativa viene intinta nell'annacquato vino santo delle logiche feudal-clientelari, e si può andare in pace, mentre i problemi reali rimangono avvolti un velo di dettaggli inspiegati.

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